Cybersquatting o Domain Squatting: cos’è e perché se ne parla

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Cybersquatting o Domain Squatting: cos’è e perché se ne parla

Il cybersquatting, noto anche come domain squatting, è un fenomeno sempre più diffuso in ambito digitale. Attualmente, rappresenta una problematica spinosa sia in ambito informatico, che in campo giuridico. In questo articolo approfondiremo cos’è il cybersquatting, perché è considerato illegale, quali sono i rischi ad esso collegati, e in che modo può essere utilizzato per attacchi di phishing.

 

Cos’è il cybersquatting?

Il termine cybersquatting deriva dalla fusione delle parole inglesi “cyber“, un suffisso che rimanda alla dimensione digitale, e “squatting“, termine che si traduce come occupazione abusiva di un’area. Questa espressione rimanda quindi all’appropriazione illecita di nomi di dominio corrispondenti a marchi commerciali, nomi di aziende o di personalità celebri, con l’obiettivo di trarne un vantaggio economico, o di danneggiare il legittimo proprietario del dominio. In altre parole, possiamo parlare di cybersquatting quando un soggetto registra, utilizza o traffica un nome di dominio con lo scopo di lucrare su quel dominio, o di renderlo inutilizzabile.

In molti casi, i cybersquatter possono rivendere ai legittimi proprietari i domini occupati a prezzi esosi. Non di rado, infatti, capita che una persona registri un dominio simile al nome di un’azienda famosa e poi tenti di rivenderlo all’azienda stessa, speculando sul fatto che l’azienda sarà disposta a pagare una somma considerevole pur di ottenere il controllo di quel dominio.
Tuttavia, è importante segnalare che il cybersquatting non si limita solo ai marchi registrati. Anche persone famose, aziende emergenti e persino piccole imprese possono essere vittime di questa pratica, vedendosi sottrarre potenziali nomi di dominio correlati al loro brand.

 

Il cybersquatting è illegale?

Il cybersquatting è considerato un’attività illegale in molti paesi. Negli Stati Uniti, ad esempio, la Anticybersquatting Consumer Protection Act (ACPA), approvata nel 1999, vieta espressamente la registrazione, l’uso o la vendita di nomi di dominio corrispondenti a marchi registrati con l’intento di trarre profitto. In Europa, la protezione dei marchi è regolamentata dalle leggi nazionali, oltre che da normative comunitarie, come la Direttiva sul Commercio Elettronico e le norme dell’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO).

Secondo le norme internazionali, affinché un caso di cybersquatting sia riconosciuto come tale, devono essere presenti tre elementi:

  1. Il dominio registrato è identico, o confusamente simile, a un marchio registrato.
  2. Il soggetto che ha registrato il dominio non ha alcun diritto o legittimo interesse in quel nome di dominio.
  3. Il dominio è stato registrato e utilizzato con cattiva fede (es. per speculazione, o per trarne un profitto illecito).

In molti casi, i tribunali ordinano la riassegnazione del dominio al legittimo proprietario, ma il processo può essere lungo e costoso, con implicazioni sia economiche che reputazionali per le aziende colpite.

 

Come funziona il cybersquatting?

Le tecniche di cybersquatting possono variare, ma generalmente i malintenzionati si avvalgono di alcune pratiche comuni:

  1. Registrazione preventiva di nomi di dominio: Un soggetto registra un dominio che corrisponde a un marchio, o a un nome commerciale conosciuto, spesso anticipando la registrazione del legittimo proprietario. Successivamente, cerca di rivenderlo a un prezzo molto più alto.
  2. Typosquatting: In questo caso, il cybersquatter registra varianti errate o con errori di battitura del nome di dominio ufficiale (es. “gogle.com” anziché “google.com“). Questo può indurre gli utenti a visitare accidentalmente il sito sbagliato, esponendoli a contenuti dannosi o attacchi di phishing.
  3. Utilizzo di domini scaduti: Alcuni cybersquatter sfruttano domini che sono stati registrati e poi dimenticati o lasciati scadere dai legittimi proprietari. Una volta che il dominio è scaduto, viene acquistato da malintenzionati per speculazione o per usi illeciti.
  4. Phishing: Il cybersquatting è strettamente collegato al phishing, una delle tecniche più usate dai cybercriminali per ingannare le persone. In questo contesto, il dominio falsificato viene utilizzato per creare siti web che imitano quelli autentici, con lo scopo di indurre le vittime a fornire dati sensibili, come credenziali di accesso o informazioni finanziarie.

 

Cybersquatting e phishing: un legame pericoloso

Il phishing è una delle minacce più comuni e pericolose associate al cybersquatting. Quando i malintenzionati riescono a registrare un dominio che somiglia a quello di una banca, di un negozio online o di un noto servizio digitale, possono creare una replica esatta del sito originale, ingannando moltissimi utenti. Le vittime, convinte di trovarsi sul sito legittimo, inseriscono le loro credenziali, i dati della carta di credito, o altre informazioni personali, che finiscono direttamente nelle mani dei cybercriminali.
Questo tipo di attacco è particolarmente insidioso poiché sfrutta la fiducia degli utenti nei confronti di marchi noti. Non tutti gli utenti, infatti, prestano attenzione agli indirizzi del sito web che navigano. Una leggera variazione del nome di dominio in molti casi può passare inosservata. Ad esempio, un utente potrebbe non accorgersi della differenza tra “paypal.com” e “paypai.com” (con una ‘i’ al posto della ‘l’), finendo per fornire i propri dati di accesso a un sito fraudolento. Questo è solo uno dei tanti modi in cui il cybersquatting viene utilizzato come vettore per attacchi di phishing.

 

Le conseguenze del cybersquatting

Le conseguenze del cybersquatting possono essere devastanti, soprattutto per le aziende. Quando un soggetto malintenzionato riesce a impadronirsi di un nome di dominio correlato al brand di un’azienda, può infatti danneggiarne gravemente la reputazione. Un sito web illegittimo, soprattutto se utilizzato per scopi fraudolenti, può macchiare la reputazione di un’azienda, causando la perdita di fiducia da parte dei consumatori, nonché un’effettiva perdita di clienti. Inoltre, lottare contro i cybersquatter può comportare lunghe e ingenti battaglie legali, non sempre a lieto fine.

 

Come difendersi dal cybersquatting e dal phishing

Per proteggersi dal cybersquatting e dagli attacchi di phishing, ci sono diverse strategie che aziende e individui possono adottare. Ecco alcune delle misure più efficaci:

1. Registrazione di più varianti del dominio

Una delle tecniche più comuni per difendersi dal cybersquatting è quella di registrare preventivamente diverse varianti del proprio nome di dominio. Ad esempio, se un’azienda ha il dominio “azienda.com“, dovrebbe registrare anche varianti come “azienda.net“, “azienda.org” e altre estensioni, oltre a varianti con errori di battitura più comuni.

2. Servizi sicuri di Web Hosting e Housing

Scegliere un servizio di web hosting e housing sicuro è fondamentale per proteggere il proprio sito web da eventuali attacchi informatici. I fornitori di hosting affidabili offrono protezioni avanzate, tra cui certificati SSL, firewall e backup regolari, che possono prevenire il furto di dati e garantire che il sito web rimanga sicuro.

3. Email Filtering

Il phishing via email è una delle tecniche più comuni utilizzate dai cybercriminali. Per questo motivo, è importante implementare sistemi di email filtering avanzati, in grado di identificare e bloccare le email sospette o contenenti link a siti di phishing. I filtri email moderni utilizzano algoritmi di machine learning per rilevare modelli sospetti, aumentando così la protezione contro gli attacchi.

4. Monitoraggio continuo

Le aziende dovrebbero monitorare regolarmente la rete per assicurarsi che nessuno stia utilizzando il loro marchio o nome aziendale in modo fraudolento. Ci sono servizi di monitoraggio specializzati che possono avvisare le aziende se un nuovo dominio simile al loro viene registrato, consentendo loro di agire rapidamente.

5. Implementazione del protocollo DMARC

Il DMARC (Domain-based Message Authentication, Reporting & Conformance) è un protocollo che aiuta a prevenire il phishing, poiché permette di autenticare l’origine delle email inviate da un determinato dominio. Con l’implementazione di DMARC, le aziende possono ridurre significativamente il rischio che email fraudolente vengano inviate a loro nome.

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