La crittografia è una disciplina affascinante e in costante evoluzione, che ha radici antichissime e ha rivestito un ruolo fondamentale nel corso della storia dell’umanità. Questa branca della crittologia si occupa di rendere illeggibili e incomprensibili i messaggi a occhi indiscreti, attraverso l’impiego di tecniche e algoritmi in grado di trasformare un testo in una sequenza apparentemente casuale di caratteri. Scopriamo di più su cos’è la crittografia e come si è evoluta nei millenni, partendo dai codici antichi fino ad arrivare alla posta elettronica contemporanea.
I primi codici cifrati degli antichi
La crittografia, intesa come l’arte di rendere segreti i messaggi, ha origini antichissime. Già gli egizi utilizzavano geroglifici per criptare i loro testi sacri e diplomatici. Anche gli antichi greci svilupparono sofisticati sistemi di crittografia, come il celebre Scitale di Sparta, un bastone di legno attorno al quale veniva avvolta una striscia di cuoio su cui venivano scritti dispacci segreti per i generali in guerra. Solo chi possedeva un bastone identico era in grado di svolgere la striscia e leggere il testo. Un altro dei più famosi sistemi di crittografia dell’antichità era il cifrario di Cesare, utilizzato dal grande condottiero romano per comunicare in sicurezza con i suoi generali. Il testo veniva criptato semplicemente spostando di 3 posizioni ogni lettera dell’alfabeto. Bisogna tenere da conto che all’epoca molte persone non erano capaci di leggere nemmeno dei messaggi scritti in chiaro, quindi la strategia di Cesare si rivelava molto efficace.
I cifrari a sostituzione dei moderni
Il Medioevo vede l’affermarsi di nuovi e più complessi sistemi di crittografia, come i cifrari a sostituzione, in cui ogni lettera veniva sostituita da un’altra secondo regole precise. Tra i primi a teorizzare i principi della crittografia possiamo annoverare gli arabi: nel IX secolo d.C. il matematico e cripto-analista Al-Kindi scrive il primo trattato sulla decrittazione dei messaggi cifrati, gettando le basi per l’analisi delle frequenze delle lettere. Andando verso l’epoca moderna, uno dei cifrari a sostituzione più noti è quello utilizzato dalla regina Maria Stuarda nel XVI secolo. Questa scriveva utilizzando simboli per proteggere le sue lettere mentre era prigioniera della regina Elisabetta I. Inoltre, tra Cinquecento e Seicento, la crittografia inizia ad affermarsi come disciplina scientifica, con l’elaborazione di algoritmi sempre più complessi.
La Rivoluzione industriale e i primi computer
Con l’avvento della Rivoluzione industriale, la crittografia conosce un’ulteriore evoluzione. Nel XIX secolo, l’americano Samuel Morse sviluppa il celebre codice che porta il suo nome, utilizzato per le prime telecomunicazioni via cavo. La svolta decisiva arriva però con lo sviluppo dei primi computer elettronici durante la Seconda Guerra Mondiale. Le macchine Enigma, utilizzate dalla Germania nazista, venivano considerate inviolabili. Nonostante tutto, vengono però decifrate dai matematici e dai crittografi del progetto Bletchley Park in Inghilterra, contribuendo in modo decisivo alla vittoria degli Alleati. Il matematico britannico Alan Turing è la figura simbolo di questo progetto di crittoanalisi che ha cambiato letteralmente il corso della storia.
Dalla crittografia simmetrica alla crittografia asimmetrica
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la crittografia conosce un’accelerazione senza precedenti, grazie anche allo sviluppo dell’informatica. Negli anni ’70, la National Security Agency (NSA) statunitense sviluppa l‘algoritmo DES (Data Encryption Standard), il primo standard crittografico adottato a livello internazionale. Contemporaneamente, i ricercatori Whitfield Diffie e Martin Hellman teorizzano un nuovo approccio, basato sulla crittografia a chiave pubblica o asimmetrica: ogni utente possiede una coppia di chiavi, una pubblica e una privata, che consentono di crittografare e decrittografare i messaggi in modo sicuro. Questa rivoluzionaria scoperta apre la strada a nuovi e più evoluti sistemi di protezione dei dati, come l’RSA (Rivest-Shamir-Adleman), diventato uno standard universale.
La crittografia nell’era digitale
Nell’era di internet e della comunicazione digitale, la crittografia ha assunto un ruolo centrale per garantire la riservatezza delle comunicazioni. Ogni volta che inviamo un’email, effettuiamo un pagamento online, o accediamo a un servizio web con una password, usiamo strumenti crittografici per proteggere i nostri dati personali. I protocolli HTTPS e SSL/TLS, ad esempio, cifrano le comunicazioni tra il nostro dispositivo e i server web, impedendo a terzi di intercettarle. Allo stesso modo, la crittografia end-to-end adottata da app di messaggistica rende illeggibili i nostri messaggi, anche per gli stessi fornitori del servizio. Zimbra ZPGP ti permette di utilizzare la crittografia end-to-end anche per difendere la tua email aziendale.
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